Il re leone

The Lion King di J. Favreau

Senso del meraviglioso, stupore ma anche altro, parecchio altro. La trasposizione live action del cartoon di 25 anni fa – uno dei più grandi successi Disney di sempre – non è soltanto l’ennesimo film che alza l’asticella dal punto di vista tecnico (davvero di rara bellezza le animazioni degli animali, le gradazioni cromatiche degli scenari e in generale il realismo della messa in scena quasi più potente della realtà stessa) ma è anche un film che, pur rimanendo fedele al plot del film di partenza, se ne distanzia anche, proponendosi in una versione non tanto ammodernata quanto più matura,

Quello che più risalta agli occhi è infatti la centralità del padre, oserei dire del Padre se è vero che Mufasa è re, vive come presenza ‘altra’ nel Cielo e viene manifestato da una sorta di sacerdote sciamano. Tutto già visto nel cartoon ma qui si sottolinea con forza che il figlio di Mufasa, Simba è davvero di fronte a una scelta dagli echi omerici, per così dire.

Meglio l’oblio, i fiori di loto di quel piccolo paradiso costruito da Pumba e Timon, meglio una vita quieta, un accontentarsi magari cambiando dieta alimentare (dalla bistecca alle larve degli insetti), meglio insomma una vita al risparmio, da miseri seppur dignitosi ancorché scoreggioni perché tanto la vita è una retta che non porta a nulla, la vita non ha senso come scandisce a più riprese Timon.

Oppure. Oppure essere re, accettare la sfida della realtà, portare su di sé il peso dei propri errori e delle proprie mancanze. Essere re, come risposta alla vocazione, a una chiamata dalle stelle. Tu sei fatto per essere un re, per essere libero e dominare il mondo. Ecco: per anni chi scrive ha sempre bollato Il re leone e il famoso cerchio della vita come metafora posticcia e sentimentale dell’essere al mondo e, in qualche modo, primeggiare sugli altri.

Mi devo ricredere, anche perché ne è passata di acqua sotto i ponti dal 1994 e pure il sottoscritto un po’ come Simba si è trovato di fronte alla stessa scelta, vivere la mediocrità o sfidare il mondo.

Ecco, mi pare che Il re leone, pur con i noti difetti di narrazione nella seconda parte, meno riuscita e sin troppo rapida nello svolgimento, centra questo grande obiettivo. Far alzare agli spettatori la testa, far domandare a loro: “E io? Chi seguo? Per che cosa sono fatto?”. Non è mica poca cosa.

Imperdibile

Per tutti

Utilizzabile nella scuola primaria e secondaria di I grado (bullismo, coscienza di sé, vocazione, ferita, Padre)

Un pensiero riguardo “Il re leone

  1. Ciao! Complimenti per il tuo blog 🙂 Passa a trovarci se ti va: siamo tre amiche che parlano di Cinema, Serie Tv, Letteratura, Arte, Storia e Libri 🙂 Ti aspettiamo!

    "Mi piace"

I commenti sono chiusi.