Mi sono divertito tantissimo a rivedere, a diversi anni di distanza, The Toxic Avenger, il vendicatore tossico, per usare il titolo italiano. Capolavoro della Troma, con diversi seguiti e visto sulla bella piattaforma MUBI, che consiglio un po’ a tutti. In realtà consiglio a tutti anche questa storia folle, sempre sopra le righe, un mix tra splatter, soft core e parodia dei film hollywoodiani e dei muscolari anni 80. Lo consiglio – anzi lo consigliamo ché qua a Sentieri siamo fan della Troma ormai da anni – non solo perché è così così brutto ma così brutto da essere bello (e per brutto intendiamo, in ordine sparso: montaggio fantasioso, interpreti cani, effetti ridicoli, budget minuscolo o meglio, evidentemente minuscolo) ma perché è un film che mette alla berlina in modo diretto una certa cultura anni 80, l’ossessione per il corpo, la ricerca spasmodica del successo, dei soldi. Così, il personaggio di Melvin, brutto, gracile, non troppo sveglio è il simbolo, per certi versi, di un rifiuto all’omologazione imperante, al Bello, al Ricco, al visto è piaciuto. La metamorfosi in mostro orrido, armato di spazzolone radioattivo è una bella idea: arrivano i brutti e cattivi a salvare il mondo e a “lavare” i torti della gente che piace. È un buon film The Toxic Avenger, perché riprende tutti gli stilemi del cinema anni 80 persino visivamente i kolossal di allora (persino Rambo e E.T.), si fa beffe di tutti, riprendendo uno spirito anarchico degli anni 70 che oggi manca terribilmente. W la Troma (e w Sentieri!).
