Secondo film da regista di Seth MacFarlane, dopo il successo del divertente ma volgarissimo Ted rispetto a cui è meno originale ed esplosivo. MacFarlane, creatore e sceneggiatore de I Griffin e nel film anche protagonista, è uno di quei personaggi che o si amano o si odiano. Gran conoscitore del cinema e della tv, appassionatissimo di musical (che trova spesso il modo di omaggiare, ne I Griffin ma anche in questo western) è autore di un tipo di comicità diretta, scorrettissima, imbarazzante nella volgarità, a volte persino brutale. Una comicità di grana grossa con peti, battutacce e oscenità che non fa prigionieri e che il più delle volte strappa tante risate per l’assurdità e l’imbarazzo che trasmettono certe situazioni. Così era Ted, scorrettissimo e davvero insostenibile in alcuni passaggi; così anche questa parodia dissacrante del western e della sua storia. La vicenda ricalca tutti i possibili luoghi comuni del genere: ci sono i pistoleri, una storia d’amore, un cattivissimo interpretato da Liam Neeson, le prostitute, le risse al saloon, eccetera. MacFarlane fa a pezzi il genere hollywoodiano e cinematografico per eccellenza e ogni passaggio è funzionale a gag più o meno riuscite: dal racconto della storia d’amore tra il protagonista, il timido e goffo Albert con la bella Louise (Amanda Seyfried) raccontata secondo i cliché di una storia sentimentale sin troppo moderna alle battutacce contro un certo bigottismo. E ancora: citazioni di film esibite come trofei (occhio ai titoli di coda), tante gag scatologiche con al centro peti e fluidi corporei accantoa momenti di puro nonsense e a situazioni surreali, come il duello finale con il pistolero interpretato da Liam Neeson, decisamente le cose migliori di un film. Due momenti su tutti di un film in cui non mancano alcuni momenti risaputi: Giovanni Ribisi che ammonisce un alticcio Albert a non cavalcare da ubriaco oppure tutta la sequenza onirica che il protagonista subisce nell’accampamento di Cochise (Wes Studi) e dei suoi indiani che tra l’altro, almeno in originale, parlano una lingua bizzarra in cui si alternano nomi di attrici (Mila Kunis, coprotagonista in Ted e nel cast de I Griffin) a parole senza senso. Il problema con MacFarlane e con le sue creature è la quantità di volgarità e sconcezze inserite nella narrazione e che anche qui non mancano, tra pecore, prostitute e sesso che, se non è esibito, è sempre evocato con doppi sensi e riferimenti diretti. Il film può dare insomma fastidio a uno spettatore non abituato alla comicità dell’attore e regista.
