Disastroso esordio della Parietti al cinema, almeno protagonista. La storia è quella di una gallerista (la Parietti che sfoggia un’improbabilissima parrucca nera) che, un po’ frigida per un matrimonio non proprio felice con un direttore d’orchestra, se la spassa con un macellaio palermitano peraltro interpretato da uno spaesato Manojlovic. Il tutto ambientato tra quarti di bue, galline stecchite e agnelli grondanti sangue. Boh. È tutto sbagliato: la povera Alba che crede di stare sul set di un film impegnato, Grimaldi che gira come se avesse per le mani chissà quale script. Almeno si avesse voluto fare qualcosa di pecoreccio: invece dobbiamo sorbirci una storia di sesso ovviamente senza un briciolo di erotismo, dialoghi da scappati di casa intervallati da scene con la Parietti nuda nella doccia o nuda nella sauna o nuda e basta. Titolo pazzesco. Ci ricordiamo tutti lo scandalo, almeno presunto, all’uscita ma nessuno di noi tre ebbe il coraggio di andarlo a vedere in tv. Anni dopo, Antonio ne scrive come di un “film che brucia le competenze e il buon curriculum di Grimaldi che non sa che pesci pigliare […] peraltro la Parietti sfoggia la mercanzia ma non possiede un briciolo di sex appeal”.
