Storia semplicissima (lui e lei si mollano per poi ritrovarsi) per il più grande flop commerciale di Coppola che impiegherà anni e lavorerà a film minori per ripianare il debito. Eppure Un sogno lungo un giorno è un gran melodramma, tutto girato in studio, costato un’enormità e illuminato da una splendida fotografia che farà scuola. Per nulla capito ai tempi (e infatti al botteghino fu un bagno di sangue) forse anche per la presenza di attori non di primo piano, per quanto perfetti per i ruoli, il film di Coppola che succede al gigantismo tragico di Apocalypse Now! è un film perfetto per messinscena, per un mix continuo di registri che spaziano dall’umorismo, alla commedia leggera finì ad arrivare al musical classico degli anni 30. È un trionfo di colori, carrelli, piani sequenza con diversi momenti che strappano l’applauso come nella lunga, bellissima e onirica sequenza musicale con Raul Julia e Teri Garr, un lungo centone musicale che va a pescare le coreografie di Busby Berkeley arrivando fino a La febbre del sabato sera. In realtà è tutto il film così, un grande omaggio al cinema hollywoodiano realizzato proprio da uno che nel corso della sua carriera avrà un rapporto discontinuo con i grandi Studios.
