È per il tuo bene

Già. Per il nostro bene. E anche per il nostro. Non andare a vedere questo film? Non sia mai!. Anche i film peggiori non sono mai tempo buttato, sempre che ne abbiate ancora di tempo…

Il fatto è che il film di Rolando Ravello, attore di un certa fortuna e anche discreto regista (ci erano piaciuti il vagamente socialista Tutti contro tutti e soprattutto il delicato Ti ricordi di me?), realizza un film con un parterre di attori di tutto rispetto, da Salemme sempre alle prese con le sue quattro espressioni fino a Giallini, Battiston e il terzetto femminile composto da Pandolfi-Ferrari-Lodovini), giocando molto al ribasso. Non un granché, insomma, sia a livello di scrittura, con molti personaggi e non solo i caratteristi, ridotti a macchietta, sia a livello di nodi narrativi. Il grande classico, sfruttatissimo nel cinema d’Oltralpe alla Non toccate le mie figlie!, del padre/padrone alle prese con ragazze libere e in cerca di un fidanzato più o meno giovane, viene declinato in tanti cliché, dalla fidanzata nera e bellissima e bravissima all’artista dal buon cuore ex donnaiolo….mah. Si naviga in acque basse e a luci spente, nel trionfo di un politicamente corretto che da un lato ha stufato, dall’altro pare inflazionato. C’è davvero bisogno di scrivere una scena come quella del matrimonio, peraltro assolutamente inverosimile, per convincere lo spettatore che vada “accettata” la decisione singola di una donna sull’altare? Siamo perplessi, qui a bottega. E non ci dispiace nemmeno troppo che il film sia stato confinato nell’oceanica, labirintica offerta delle piattaforme streaming.