Vieni avanti cretino

Clamoroso ultimo grande successo di Luciano Salce che offre a Lino Banfi, dopo almeno un quindicennio di particine e ruoli scoreggioni, un ruolo da grande protagonista, forse da nuovo Fantozzi, di cui Salce ripropone la struttura episodica frammentaria. Forse un po’ troppo frammentaria: il plot, esilissimo vede Banfi appena uscito di prigione cercare lavoro nei posti più disparati. Eppure il film, specie nella prima parte, ha un gran ritmo e brilla per le spalle di Banfi, da Gigi Reder a cui è offerto forse il ruolo più divertente al di là di Filini nella sequenza celeberrima della Casa d’Appuntamenti al grande, dimenticato Bracardi fino ai tanti momenti in cui Banfi dà il meglio di sé: basterebbe solo la sequenza del Gitano/da Gaeteno a rendere  non memorabile, certo, ma comunque film di chiaro spessore comico, l’opera di Salce, purtroppo qui all’ultimo grande successo. Per Antici “il film è divertentissimo, meno scoreggione della pochade degli anni 70, ma ha il merito di far vivere di luce propria il genio solo in parte sfruttato di Lino Banfi); per Muzikanten “il film forse annaspa in una seconda parte più fisica e meno raffinata ma Banfi percepisce di avere in mano il ruolo della vita e non se lo lascia scappare”. Simpatico il siparietto con Salce, in apertura del film e sui titoli di coda. La canzone, mitica, ‘Filomegna’ è un pezzo di bravura citatissimo da tutti (compreso il buon Zalone che a Banfi deve metà della propria carriera).

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