Non ci piace per nulla l’ultimo film di Nolan, Tenet. Non ci piace innanzitutto perché, a fronte di un gigantismo alla fine dei conti inutile e fine se stesso, racconta una storia che in più parti sembra essere una versione “orizzontale” di Inception e la racconta senza cuore, senza partecipazione per i propri personaggi, ahimè interpretati da due attori assai poco espressivi e molto spaesati. È un po’ il problema di Nolan, regista spesso più interessato alla forma, al meccanismo perfetto che a un contenuto che, fatta eccezione per The Prestige e Dunkirk, entrambi molto amati qua a bottega,ha sempre raccontato storie autoreferenziali, avendo più in mente ossessiva volontà di manipolare il tempo piuttosto che “le brame e i sentimenti degli spettatori” per usare la felice intuizione di Hitch. Per noi che abbiamo sempre fatto del contenuto + forma uno dei nostri cavalli di battaglia questo narcisismo vuoto è inaccettabile.
