Quintessenza del cinema di John Woo e suo capolavoro indiscusso forse inferiore al precedente The Killer, più coeso dal punto di vista narrativo. È un capolavoro per montaggio, tensione, sequenze spettacolari, con numerose sequenze da antologia, in primis la lunghissima sequenza ambientata in ospedale dove succede di tutto di più, tra poliziotti sotto copertura, gangster travestiti da medici, infermiere vere e presunte, persino neonati da salvare. Grande spettacolo, sorretto da una coppia di interpreti formidabili e con il solo vizio di lasciare in secondo piano dialoghi degni di nota e caratterizzazione dei personaggi. Tutti i temi del cinema di Woo sono però presenti: dalla contaminazione di generi cinematografici diversi, dal western alle arti marziali al gangster movie classico, alle ispirazioni cinefile (Peckinpah e Leone su tutti), alla rappresentazione di un ideale grande come quello di un’amicizia che supera sublimando le differenze. Davvero impressionante, per ricchezza visiva e tematica. È anche l’ultimo film girato in patria prima dell’altalenante trasferta statunitense.
