La notte

di M. Antonioni, 1961

Inferiore certo al precedente, splendido L’avventura è il secondo tassello del trittico sull’incomunicabilità di Antonioni. C’è la Vitti, in un ruolo secondario, ma efficace, mentre Mastroianni e la Moreau si rubano la scena. Secondo Antici, il film ” porta avanti alcune dinamiche, tipiche del cinema antoniano, a partire dalla notevole sequenza d’apertura girata nella periferia milanese: qualcosa nella parte centrale appare debole, come la lunga, troppo lunga sequenza nella villa dell’industriale, ma il film è sofferto il giusto, comunica in modo schietto e netto, celebra la consacrazione di un grande autore troppo spesso inteso come regista elitario”. Gran finale, poetico ed essenziale.