TAr – Sentieri a Venezia – concorso

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Sarà come dice la Blanchett, che il film è tutt’altro che un manifesto ma noi, qui a bottega, siamo sempre un po’ sul chi va là davanti a dichiarazioni magari sbocconcellate, tirate via. Insomma: un film è un film e come tale va visto, incontrato, vissuto. Così Tar è per noi un film-manifesto. Altroché. Lo è per come il regista Todd Field racconta il Potere, per una volta tanto declinato al femminile e senza sentimentalismi o retorica di sorta. Lo è per gli occhi di brace della splendida protagonista. Lo è perché oggi, più che mai, viviamo un mondo anche e soprattutto al di qua dello schermo, tra addetti ai lavori più o meno sottopagati, di grande sfruttamento e scarsa empatia. Tar è un buon film: forse frutterà qualcosa più in termini di interpretazione che di regia, a tratti, un po’ tirata via. Ma rimane un buon film, coeso, solido, di grande carica emotiva.