Inside Man

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Inside Man, Spike Lee

Dopo il passo falso di Lei mi odia torna Spike Lee e torna alla grande con un thriller classico e avvincente. La vicenda sembra riecheggiare a tratti un piccolo cult del genere, Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet, richiamato da uno dei protagonisti del film: una banda di rapinatori assalta una banca, prendendo in ostaggio dipendenti e clienti. Viene inviata tempestivamente una squadra speciale e mentre la polizia e i tiratori scelti sono pronti a intervenire, un negoziatore cerca di trattare con i banditi.

Narrazione tesa, cast di primissime scelte (oltre a Washington e Owen, anche una splendida Jodie Foster, Cristopher Plummer e Willem Defoe), una sceneggiatura che sa ben calibrare ironia e tensione. E tanto cinema degli anni ’70, da quel mix di paranoia e follia che fu Quel pomeriggio di un giorno da cani con protagonista Al Pacino fino a Serpico e alla polizia corrotta di New York. Ma anche tanta attualità: il clima di paranoia in cui vive New York dopo l’11 settembre (tema del resto fondante di uno dei film più riusciti di Lee, La 25ma ora), i riferimenti al terrorismo, svolti ora in maniera leggera (il dipendente della banca sikh scambiato per un kamikaze), ora in maniera decisamente più drammatica (l’attacco improvviso nel cuore della città, Manhattan). La città è sotto assedio, sotto shock. La polizia interviene tardi, troppo tardi. Il mondo sta a guardare, oltre le transenne o davanti alla televisione. Le intenzioni dei rapitori appaiono ambigue. Ambiguità che pare il tratto distintivo del cinema recente di Spike Lee, dal già citato La 25ma ora in cui il protagonista era un dolente spacciatore in procinto di pagare i conti con la giustizia a un film come Inside Man, in cui si fa fatica, almeno nelle prime battute, a distinguere i buoni dai cattivi: un eroe (il detective interpretato da Washington) dal passato non proprio immacolato, una vittima (il banchiere Cristopher Plummer) alle prese con segreti ingombranti da nascondere; un’avvocatessa di successo (la Foster) che fa affari con i parenti di Bin Laden; un “cattivo” (il bandito Clive Owen) simpatico e umanamente (forse) giustificabile; le istituzioni corrotte (parte della polizia e il sindaco della città). Un grande film che per intrattenere non rinuncia alla complessità nel trattare e definire personaggi e una storia ricca di colpi di scena, dalla prima sequenza (lo sguardo in macchina di Owen) fino all’ultima inquadratura.

Usa 2006

Consigliato

Sopra i 14 anni (Violenza, nudi)

Non utilizzabile in percorsi scolastici

Una replica a “Inside Man”

  1. Avatar Max
    Max

    Grazie della recensione, molto utile!

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